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Presentazione Genea

Genea Biomed è un poliambulatorio specializzato in fisioterapia, riabilitazione e medicina dello sport. Offre un’ampia gamma di servizi medici, inclusi esami diagnostici e prelievi, con un focus su innovazione tecnologica e benessere del paziente. Il team è composto da professionisti qualificati che garantiscono assistenza personalizzata e piani di recupero specifici per diverse patologie. L’azienda pone al centro la persona, unendo professionalità e passione. Per noi di Genea l’innovazione e la qualità sono al centro dell’approccio terapeutico. Se sei una persona motivata, appassionata e desideri crescere in un settore in continua evoluzione, Genea Biomed è il posto giusto per te. Scopri le posizioni aperte e unisciti al nostro team per fare la differenza!

Genea Biomed Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale
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Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale

Sicura Innovazione per una Gravidanza Serena Genea Biomed è entusiasta di presentare il suo nuovo e avanzato servizio, l’”Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale“, per rendere il periodo della gravidanza ancora più sereno e costruire solide fondamenta per il futuro radioso del tuo bambino. L’arrivo di un nuovo membro nella famiglia è un capitolo straordinario, denso di gioia e speranze. Questo test innovativo e non invasivo, basato sull’analisi del DNA libero fetale nel sangue materno, promette affidabilità, sicurezza, tempestività e precisione. I Passi Verso la Certezza Accompagniamo ogni futura mamma attraverso un percorso verso la certezza, seguendo passo dopo passo un itinerario semplice e accurato: Consulto Specialistico: Il viaggio inizia con un consulto presso i nostri esperti. Qui, oltre a ricevere tutte le informazioni necessarie, avrai l’opportunità di compilare il consenso informato. Questo passo assicura una comprensione completa e consapevole di ogni aspetto del processo, fornendo la base per una scelta informata. In questo momento prezioso, il nostro team si impegna a rispondere a tutte le tue domande e a ondividere le informazioni necessariec per farti sentire al sicuro e informato. Conferma del Prelievo Dopo il consulto, avrai la libertà di confermare il giorno e l’ora del prelievo presso il nostro centro Genea Biomed. La tua comodità è al centro delle nostre priorità. Siamo flessibili e pronti a adattarci al tuo calendario e alle tue esigenze, garantendo un’esperienza senza stress e conveniente. Esecuzione del Test L’analisi prenatale non invasiva viene eseguita con la massima precisione. Questo test innovativo, privo di rischi per la gravidanza, offre risultati affidabili sulla presenza o meno di eventuali anomalie cromosomiche fetali, fornendo una chiara visione del benessere del tuo bambino. Il nostro laboratorio, dotato delle più recenti tecnologie, si impegna a fornire risultati accurati e tempestivi. Chi Può Richiedere l’Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale? Questo servizio è dedicato a tutte le gestanti, indipendentemente dalla tipologia di gravidanza (singola o gemellare) e dalle modalità di concepimento (naturale o assistito). In particolare, è consigliato quando: L’età materna è avanzata (maggiore di 35 anni) L’età paterna è avanzata (maggiore di 40 anni). La diagnosi prenatale invasiva è controindicata. La gestante preferisce evitare test invasivi. Ci sono segnali positivi dai test di screening o dalle ecografie. Ci sono precedenti personali/familiari di anomalie cromosomiche. Perché Scegliere l’Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale da Genea Biomed? Sicurezza Assoluta A differenza dell’amniocentesi, questo test non comporta alcun rischio di aborto, garantendo la massima sicurezza per la gravidanza. Affidabilità Certificata Con un indice di affidabilità superiore al 99,9%, puoi contare su risultati precisi e accurati. Precoce e Veloce Eseguibile già dalla decima settimana di gravidanza, il test offre risultati completi in circa una settimana, garantendoti tempestività e tranquillità. Innovazione Genetica Ampliando il pannello di malattie genetiche investigative, forniamo una visione approfondita della salute cromosomica del tuo bambino, abbracciando le più recenti scoperte in campo genetico. Il nostro impegno per l’innovazione assicura che tu stia facendo una scelta all’avanguardia per il benessere del tuo bambino. Contattaci Ora! Scegliere l’Analisi Prenatale del Cariotipo Fetale da Genea Biomed significa abbracciare l’innovazione in un contesto di sicurezza, affidabilità e tempestività. Investi nella certezza e nel benessere del tuo bambino fin dai primi passi della sua vita. Chiama il +390119101573 o scrivici a info@genea.local per prenotare la tua visita o ricevere ulteriori informazioni. La tua salute è la nostra priorità!

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Nuovo servizio di Genea Biomed: Diagnostica per Immagini

Nuovo servizio di Genea Biomed Diagnostica per Immagini In un’epoca in cui la salute e il benessere sono al centro delle nostre preoccupazioni quotidiane, Genea Biomed sta ridefinendo gli standard della diagnostica medica. Il nostro nuovo e rivoluzionario servizio di diagnostica per immagini è più di un passo audace; è un viaggio emozionante verso il futuro delle cure mediche avanzate. La Visione Globale della Salute Risonanze Magnetiche Aperte che Esplorano il Tuo Universo Interno Le risonanze magnetiche aperte di Genea Biomed sono il fulcro di questa rivoluzione diagnostica. Attraverso immagini dettagliate degli organi interni e dei tessuti molli, apriamo una finestra sul tuo universo interno. Il nostro team medico esplora ogni aspetto della tua salute, offrendo una precisione e una profondità senza precedenti nel mondo della diagnostica medica. Real-Time Insight Ecografie All’Avanguardia che Raccontano la Tua Storia Medica in Tempo Reale Le nostre ecografie, con la capacità di visualizzazione in tempo reale, sono come un racconto in movimento della tua storia medica. Monitoriamo le strutture interne del tuo corpo mentre si muovono e funzionano, consentendoci di effettuare diagnosi immediate e guidare decisioni di trattamento tempestive. Illuminando l’Interno Radiografie Avanzate che Rivelano la Mappa del Tuo Benessere Le radiografie di Genea Biomed portano l’illuminazione alle condizioni ossee, nervose e muscolari. Il nostro servizio di radiografia è progettato con la precisione di un cartografo, identificando con chiarezza e precisione problemi specifici e fornendo una mappa chiara del tuo stato di salute. Un Focus Empatico sulla Cura Professionalità e Tecnologia All’Avanguardia al Tuo Servizio Ogni esame diagnostico presso Genea Biomed è eseguito da esperti altamente qualificati che pongono il paziente al centro dell’attenzione. Unendo la precisione della tecnologia all’avanguardia con un approccio empatico alla cura, creiamo un ambiente in cui la tua salute diventa la nostra priorità. Scopri il Futuro della Tua Salute con Genea Biomed Un Impegno Verso un Benessere Ottimale Il nostro nuovo servizio di diagnostica per immagini è la testimonianza del nostro impegno per un futuro più sano e consapevole. Investiamo nella tua salute, abbracciando la tecnologia all’avanguardia per offrirti un servizio di diagnostica senza eguali. Genea Biomed: Dove la Scienza diagnostica Incontra l’Empatia nella Cura Scopri il Futuro della Tua Salute Con Noi Siamo qui per guidarti in questo viaggio verso un benessere ottimale. Genea Biomed è il luogo in cui la scienza diagnostica incontra l’empatia nella cura, e siamo pronti a farti scoprire il futuro della tua salute. Contattaci Ora! Chiama il +390119101573 o scrivici a info@genea.local per prenotare la tua visita o ricevere ulteriori informazioni. La tua salute è la nostra priorità!

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Nuovi Servizi di Esami e Prelievi del Sangue Presso Genea Biomed

Nuovi Servizi di Esami e Prelievi del Sangue Presso Genea Biomed Investi nella Tua Salute con la Massima Comodità e Professionalità! Sei alla ricerca di un servizio di analisi del sangue che sia rapido, affidabile e personalizzato? Eccellenti notizie! Genea Biomed presenta i suoi nuovi servizi di esami del sangue e prelievi, mettendo al centro la tua salute con un approccio completo e professionale. Perché Scegliere Genea Biomed: Gli esami del sangue sono fondamentali per valutare il tuo benessere complessivo, e Genea Biomed è qui per offrirti vantaggi unici: Servizio Personalizzato: Riconosciamo l’unicità di ogni paziente e adottiamo un approccio personalizzato per soddisfare le tue specifiche esigenze di analisi del sangue. Affidabilità e Precisione: Genea Biomed garantisce risultati affidabili e precisi grazie a un team di professionisti altamente qualificati e all’utilizzo di attrezzature all’avanguardia. Rapidità nei Referti: Con Genea Biomed, i tempi di attesa per conoscere i risultati sono brevi, consentendoti di prendere azioni pronte, se necessario. Cosa Offriamo: Controllo Periodico Personalizzato: La tua salute è una priorità assoluta, e Genea Biomed offre programmi di controllo periodico adattati alle tue esigenze specifiche, garantendo il massimo supporto degli esperti. Sostegno Esperto: Il nostro team di esperti sarà al tuo fianco per interpretare i risultati, rispondere alle tue domande e fornirti consigli utili per migliorare il tuo benessere. Come Funziona: Prenota con Facilità: Contattaci facilmente per prenotare la tua visita presso il nostro centro. Siamo qui per rispondere a ogni tua domanda e guidarti attraverso il processo di prenotazione. Esami Personalizzati: Affronta gli esami del sangue con fiducia grazie al supporto del nostro personale esperto e alle attrezzature avanzate, garantendo un’esperienza indolore e accurata. Risultati Chiari e Dettagliati: In pochi giorni, avrai accesso a risultati dettagliati, presentati in modo chiaro e comprensibile per facilitare la tua comprensione. Perché Genea Biomed: Eccellenza Professionale: Genea Biomed si impegna a offrire servizi di analisi del sangue all’avanguardia, grazie a un team di professionisti altamente qualificati e competenti. Privacy e Comfort: La tua privacy è fondamentale. Presso Genea Biomed, ti offriamo un ambiente riservato e accogliente, garantendo il massimo comfort durante gli esami. Investi nella Tua Salute Oggi! Non aspettare, prendi in mano la tua salute oggi stesso! Prenota una visita per gli esami del sangue presso Genea Biomed e fai il primo passo verso un benessere ottimale. Il nostro team è pronto ad accompagnarti in questo viaggio verso una salute al top. Contattaci Ora! Chiama il +390119101573 o scrivici a info@genea.local per prenotare la tua visita o ricevere ulteriori informazioni. La tua salute è la nostra priorità!

Test Cardiopolmonare presso Genea Biomed
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Il Test Cardiopolmonare

Cos’è il test cardiopolmonare e quando andrebbe effettuato? Il Test cardiopolmonare è un test che serve per valutare l’efficienza fisica e in particolare, per valutare l’efficienza dell’𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗮𝗿𝗱𝗶𝗼–𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝗹𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼, 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼, 𝗺𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗲𝘁𝗮𝗯𝗼𝗹𝗶𝗰𝗼. Questa tipologia di esame ci consente di conoscere la qualità dell’apparato motore degli atleti professionisti, ma anche nei soggetti non sportivi che vogliono iniziare a praticare dell’attività fisica o che vorrebbero ottimizzare al meglio il tempo che impiega ad allenarsi! Oltre all’ambito sportivo, viene anche utilizzato da un punto di vista patologico nel caso di pazienti con problemi cardio polmonari, cardiaci, polmonari, in quanto ci consente di stabilire esattamente quanto le prestazioni fisiche del soggetto vengono limitate dall’apparato polmonare oppure dall’apparato cardicircolatorio. Cosa ci permette di fare il test cardiopolmonare? vedere i gas espirati effettivi, per cui possiamo calcolare in modo diretto il consumo di ossigeno; calcolare la soglia aerobica e la soglia anaerobica; la potenza del motore aerobico. Grazie a questi parametri, soprattutto in base alle due soglie, è possibile poi impostare correttamente un’attività fisica mirata a migliorare le qualità nell’atleta, oppure a recuperare i deficit postumi di un intervento cardiaco o di una malattia. Per ulteriori Informazioni puoi contattarci cliccando uno dei seguenti pulsanti. Chiamaci Whatsapp

dismenorrea
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Dismenorrea – i dolori mestruali

Dismenorrea – i dolori mestruali In medicina con il termine dismenorrea si indicano i dolori associati al ciclo mestruale. Secondo l’OMS questa patologia colpisce fino all’81% delle donne. Tale patologia, molto spesso sottovalutata, può compromettere seriamente la qualità della vita, tanto da interferire con la scuola, con il lavoro e con le altre attività quotidiane. In alcuni casi l’assunzione di antidolorifici aiuta a controllare la sintomatologia. Che cosa è la dismenorrea? Molte donne soffrono di dismenorrea, particolarmente a rischio sono le: ragazze sotto i 20 anni, che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11 anni, donne con mestruazioni abbondanti o che hanno un flusso irregolare, donne non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di dismenorrea fumatrici La dismenorrea solitamente non è associata a complicazioni a carico dell’apparato riproduttivo. La sintomatologia algica può interessare anche la fase pre e post mestruale e compromettere seriamente la qualità della vita, tanto da interferire con il lavoro e con le altre attività quotidiane se a causarla sono patologie specifiche. Quali sono le cause? La dismenorrea può essere definita: Primaria: dolori mestruali non legati a una patologia pelvica definibile Secondaria: dolori mestruali associati a una patologia pelvica, che può essere di varia natura e origine (endometriosi, adenomiosi, fibromi uterini , infezioni o stenosi della cervice uterina). I dolori sono provocati dalle contrazioni dell’utero promosse dalle prostaglandine, molecole associate all’infiammazione. Le contrazioni intense restringono i vasi sanguigni che irrorano all’utero, privandolo di ossigeno per un breve periodo. Quali sono i sintomi della dismenorrea? La dismenorrea ha un quadro clinico caratterizzato da un dolore di tipo crampiforme e colico (ossia con momenti di maggior sofferenza e momenti in cui il dolore è minore) al basso addome. Può estendersi alla parte bassa della schiena e agli arti inferiori e può essere associata a nausea, vomito, vertigini, sudorazione intensa ed episodi diarroici. Nella dismenorrea primaria in genere i dolori iniziano 1 o 2 giorni prima delle mestruazioni e durano per 12-72 ore, si riducono con l’avanzare degli anni e possono scomparire dopo la prima gravidanza. Nella dismenorrea secondaria il dolore può iniziare prima e durare più a lungo e non è associato ad altri sintomi. NOTA BENE: non è possibile prevenire la dismenorrea, un’alimentazione sana può aiutare a ridurre i sintomi. Diagnosi Per diagnosticare la dismenorrea è fondamentale effettuare una visita con il medico specialista, il quale chiede alla paziente di descrivere i sintomi avvertiti ed esamina lo stato di salute degli organi riproduttivi attraverso la visita e l’ecografia transvaginale. In caso di sospetta dismenorrea secondaria possono essere prescritti i seguenti esami: Risonanza Magnetica Isteroscopia Laparoscopia Quali sono i trattamenti da seguire? La terapia della dismenorrea primaria si propone di ridurre l’intensità del dolore e degli altri sintomi associati e migliorare la qualità della vita quotidiana durante i flussi. I farmaci antinfiammatori non steroidei sono il trattamento di prima scelta, a seguire il trattamento con la terapia ormonale orale (estro-progestinici). La pillola, infatti, impedisce l’ovulazione e, quindi, riduce l’intensità degli spasmi dell’utero. Frequentemente si ricorre alla supplementazione di magnesio (che riduce gli spasmi muscolari) in fase pre-mestruale, alla modifica dello stile di vita (alimentazione, fumo, esercizio fisico), alll’uso di integratori vitaminici. La terapia della dismenorrea secondaria è dipendente dalla causa che la scatena, quindi il trattamento sarà specifico per le diverse condizioni patologiche, varia a seconda della causa.

anemia da carenza di ferro
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Anemia da Carenza di Ferro: quali sono gli alimenti consigliati

Anemia da carenza di ferro: quali sono gli alimenti consigliati L’anemia sideropenica si manifesta con l’abbassamento dei valori di emoglobina nel sangue. È la forma di anemia più comune ed è causata da carenza di ferro. Può interessare sia uomini sia donne di ogni età, con un aumento dell’incidenza nei bambini, negli adolescenti e nelle donne in età fertile (quando il ciclo mestruale è abbondante o in gravidanza o durante l’allattamento del neonato). Il ferro è un minerale necessario ad ogni età per il benessere del nostro organismo e fondamentale per i processi metabolici. La sua funzione primaria è far parte dell’emoglobina, la proteina presente all’interno dei globuli rossi la quale trasporta l’ossigeno in tutto il corpo. Quando il ferro è carente, l’emoglobina si riduce e quindi anche la quantità di ossigeno trasportato diminuisce, si alterano numerose reazioni enzimatiche che si ripercuotono a livello del sistema immunitario, del sistema di termoregolazione e cerebrale. Problematiche di assorbimento e un’alimentazione errata possono portare all’anemia da carenza di ferro. Che cosa è l’anemia da carenza di ferro? L’ossigeno è un elemento vitale per il benessere del nostro organismo e per la salute degli organi, dei muscoli e dei tessuti. E’ trasportato nel sangue da una proteina, l’emoglobina. Una sua diminuzione, perché non vi è un livello sufficiente di ferro per produrne una quantità adeguata, determina l’anemia da carenza di ferro. I sintomi dell’anemia da carenza di ferro sono principalmente: astenia, ossia una stanchezza e debolezza molto forte e generalizzata mancanza di respiro tachicardia pallore mal di testa capogiri insonnia irritabilità freddo alle estremità degli arti e formicolio alle gambe fragilità delle unghie perdita di capelli Per la diagnosi è necessario eseguire gli esami del sangue per misurare la concentrazione di emoglobina e ferritina. Il primo rimedio da mettere in atto è incrementare il consumo di alimenti che contengono ferro. Quali sono le cause dell’anemia da carenza di ferro I livelli di ferro possono ridursi ed essere più bassi della norma per svariate cause: la gravidanza e l’allattamento, perché, durante lo sviluppo del feto e l’ alimentazione del neonato, la donna necessita di un apporto maggiore di ferro. emorragie, sia esterne sia interne (non visibili). Un’eventualità tipica di alcune patologie, (ernia iatale, tumori, ulcera peptica, o polipo del colon retto) ma anche di condizioni fisiologiche (ciclo mestruale abbondante). patologie intestinali croniche che interferiscono con il metabolismo ( la malattia di Crohn, la colite ulcerosa o la celiachia) e, analogamente, quegli interventi chirurgici per cui sono state asportate sezioni dell’intestino o sono stati effettuati bypass intestinali. una dieta poco equilibrata in cui non sono presenti alimenti che garantiscono un adeguato apporto di ferro (sulla dieta si può intervenire direttamente tramite le scelte alimentari). Ferro basso: cosa mangiare Esistono due tipi di ferro contenuti negli alimenti: ferro eme (ferro emico), si trova negli alimenti di origine animale, viene assorbito molto velocemente dall’organismo e in quantità elevate ferro non-eme (ferro non emico), si trova nei vegetali e legumi, viene assorbito soltanto per il 10% Gli alimenti ricchi di ferro emico sono fegato (che infatti viene spesso dato ai bambini) e le frattaglie carni bovine, di maiale, di agnello, di cavallo, di pollo, di tacchino e di faraona. Nota bene: una dieta ricca di carni rosse può comportare un aumento del colesterolo e costituire un fattore di rischio per diverse patologie e va quindi seguita sono controllo dello specialista dietologo. pesce (trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde) crostacei, i molluschi Gli alimenti ricchi di ferro non emico sono: fegato (che infatti viene spesso dato ai bambini) e le frattaglie carni bovine, di maiale, di agnello, di cavallo, di pollo, di tacchino e di faraona. Nota bene: una dieta ricca di carni rosse può comportare un aumento del colesterolo e costituire un fattore di rischio per diverse patologie e va quindi seguita sono controllo dello specialista dietologo. pesce (trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde) crostacei, i molluschi Gli alimenti ricchi di ferro non emico sono: verdure a foglia verde (lattuga, rucola, spinaci, bietola ) frutta secca (noci e nocciole, mandorle e pistacchi) legumi (fagioli, le lenticchie, i ceci, i lupini) tofu Nota bene: per aumentare l’assorbimento del ferro non emico aggiungere ai vegetali e legumi un contorno di verdure ricche di vitamina C (pomodori, peperoni, cavoli e broccoli), bere acqua con limone, o terminare i pasti con agrumi, kiwi, ribes e uva. al fine di non ostacolare l’assorbimento di ferro, durante i pasti limitare l’assunzione di alcuni alimenti, specie in chi soffre di anemia sideropenica, come i latticini, il caffè, il tè e il cioccolato. Per chi soffre di anemia sideropenica o ha sintomi riferibili ad anemia da carenza di ferro, è raccomandato rivolgersi al medico per monitorare i livelli di sideremia e al nutrizionista per verificare l’opportunità di una dieta che eviti squilibri.

artrosi chivasso
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Artrosi: cos’è e come si cura

Artrosi: cos’è e come si cura L’artrosi, detta anche osteoartrosi, è una malattia cronica degenerativa a evoluzione progressiva a carico delle articolazioni, da cui la definizione di “artropatia”. Di fatto è un’usura articolare che si perpetua nel tempo, cioè implica il progressivo deterioramento della cartilagine articolare che viene man a mano sostituita da tessuto osseo, provocando dolore, complessiva perdita di cartilagine e funzionalità della zona colpita. Le articolazioni maggiormente colpite sono la colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio, la spalla le dita di mani e piedi. Questa patologia purtroppo è molto diffusa: colpisce il 10% circa della popolazione adulta e circa il 50% delle persone sopra i 60 anni. Pertanto ne sono affetti sono soprattutto gli anziani, particolarmente le donne, ma prima dei 45 anni più frequentemente gli uomini. Ad oggi, non sono state ancora chiarite esattamente le cause dell’artrosi. I fattori maggiormente associati all’insorgere ed al peggioramento della malattia sono: l’età: con l’avanzare degli anni, la cartilagine tende a perdere elasticità e questo la espone a maggiori rischi di lesioni; l’obesità: è un fattore di rischio soprattutto per le articolazioni degli arti inferiori (anca, ginocchio, caviglia e piedi), dal momento che l’eccesso di peso le sottopone a marcate sollecitazioni; la familiarità: in alcuni soggetti esiste una maggiore tendenza a sviluppare l’artrosi, di più e più precocemente, per una predisposizione geneticamente determinata soprattutto nel caso in cui siano presenti malattie metaboliche ereditarie; il sovraccarico funzionale: è il caso dei microtraumi ripetuti causati da attività lavorative o ludico-sportive, che sollecitano in modo intenso e continuativo le articolazioni, favorendone il progressivo deterioramento; le patologie infiammatorie croniche: è il caso della gotta o dell’artrite reumatoide; le fratture: soprattutto se coinvolgono le superfici articolari causando un danno cartilagineo che nel tempo evolve verso un quadro di artrosi definita post-traumatica. Artrosi e dolore alle articolazioni L’artrosi può colpire qualsiasi articolazione del corpo, con sintomi che vanno da lievi a invalidanti. I sintomi comuni a tutte le tipologie di artrosi, a prescindere dall’articolazione coinvolta, sono essenzialmente tre: dolore: che si manifesta con il movimento o con il sovraccarico funzionale, ma negli stadi avanzati e più gravi anche a riposo; rigidità articolare: soprattutto mattutina; riduzione dei movimenti. Inoltre, l’artrosi nel tempo può condurre a una deformità delle articolazioni che in alcuni distretti assumono delle caratteristiche specifiche. Le tipologie di artrosi L’artrosi può essere: primaria: se si manifesta in un’articolazione sana, senza cause apparenti; secondaria: se è la conseguenza di traumi o altre patologie (come deformità congenite o acquisite, infezioni, infiammazioni) Gli esami per diagnosticare l’artrosi La comparsa di uno o più dei sintomi, dovrebbe indurre il paziente a recarsi da uno specialista: ortopedico, fisiatra o reumatologo. Il percorso diagnostico-terapeutico solitamente è costituito da esami strumentali (RX, TC, RM) e di laboratorio, da un’accurata valutazione clinica. Lo specialista indicherà il trattamento più adeguato. I possibili trattamenti L’artrosi non può essere curata in modo risolutivo e definitivo, cioè fino alla guarigione, poiché è una patologia degenerativa. E’ possibile però rallentare il decorso e attenuare la sintomatologia, migliorando la qualità della vita del soggetto. Per quanto riguarda la prevenzione, è fondamentale fare attività fisica e seguire un’alimentazione ricca di vitamine, antiossidanti, omega 3 e minerali (frutta, verdura e pesce). Evitare l’alcol. Queste indicazioni sono utili anche per rallentare il decorso, qualora l’artrosi si fosse già manifestata. Il trattamento invece è sempre conservativo (non chirurgico) in una prima fase, con farmaci antidolorifici e antinfiammatori, per attenuare il dolore, fisioterapia per mantenere e migliorare l’articolarità e il tono muscolare, infiltrazioni intrarticolari (cortisone – acido ialuronico), che aiutano a sfiammare e a lubrificare le superfici articolari riducendo l’attrito meccanico durante i movimenti. Solo nei casi più gravi e in alcuni distretti (anca, ginocchio, spalla) si può si può ricorrere alla chirurgia protesica.

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Tecarterapia: funzionamento e benefici

Tecarterapia: funzionamento e benefici La Tecarterapia, o Tecar, è un trattamento elettromedicale non invasivo, eseguito dal fisioterapista, aiuta a velocizzare la guarigione. È utile nel trattamento di patologie traumatologiche, infiammatorie, osteoarticolari e dei tessuti molli dell’apparato muscolo-scheletrico, con risultati immediati e stabili. Trova particolare impiego nella cura di traumi e patologie infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. Si tratta di una tecnologia brevettata e innovativa che sfrutta una radiofrequenza a bassa intensità veicolata attraverso due tipi di elettrodi (il Capacitivo e il Resistivo), utilizzati in base ai tessuti che si vogliono trattare. L’efficacia del trattamento, che agisce in maniera non invasiva, si fonda sul trasferimento di energia biocompatibile ai tessuti lesi: mediante l’ipertermia (aumento della temperatura interna) e l’innalzamento del potenziale energetico delle cellule, la tecar stimola e rafforza le capacità riparative dei tessuti, grazie all’aumento della microcircolazione e alla vasodilatazione, con risultati immediati e stabili. Il vantaggio è quello di permettere la regolazione dell’intensità delle frequenze, in modo da controllare la profondità di azione e agire direttamente e precisamente sulla parte di tessuti lesionati o infiammati. All’inizio la Tecarterapia veniva destinata esclusivamente agli sportivi, oggi ne possono beneficiare tutti, anche le persone anziane con problemi di artrosi. A cosa serve la Tecarterapia La tecarterapia nasce nel settore medico dello sport professionistico per rispondere all’esigenza di rimettere in forma gli atleti in temi rapidi e con risultati ottimali. Il suo effetto biostimolante, antalgico, antinfiammatorio, antiedema e decontratturante trova un efficace impiego nelle terapie riabilitative per il recupero di distorsioni, lesioni tendinee, borsiti, traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti, artralgie croniche. Oggi, questo trattamento fisioterapico è utilizzato in diversi ambiti della medicina: ortopedia, reumatologia, medicina dello sport, terapia del dolore, medicina vascolare oltre ad essere estremamente utile nella riabilitazione post-chirurgica e contro l’osteoporosi. Obiettivo del procedimento è accelerare la naturale riparazione del danno tissutale, riducendo di conseguenza i tempi di recupero e diminuendo sia l’infiammazione sia il dolore accusato dal paziente. I benefici della Tecarterapia La Tecar può essere utilizzata per molte diverse patologie e può portare ottimi risultati già dopo poche sedute. Principali benefici: riduce il dolore migliora la circolazione sanguigna superficiale e profonda migliora la rigenerazione dei tessuti stimola il drenaggio venoso e linfatico influisce sul ripristino dell’attività equilibrio metabolico Questa terapia può essere utilizzata in caso di: Lesioni muscolari (contusioni, elongazioni, stiramenti e strappi) Lesioni ai tendini (rotture, tendiniti, tendinosi) Lesioni ai legamenti Problematiche articolari (condropatie, artrosi, artriti) Traumi (Distorsioni, contusioni, fratture) Edemi ed ematomi Borsiti ed infiammazioni dei tessuti molli Patologie del rachide (Cervicalgie, Lombalgie e lombo-sciatalgie) Lesioni del menisco Pubalgia Fascite plantare Sindrome femoro-rotulea Sindrome da conflitto della spalla Riabilitazione post-operatoria Solamente a seguito di una diagnosi corretta, il fisioterapista potrà stabilire un piano d’azione terapeutico appropriato per la specifica esigenza. Il numero delle sedute, la durata e il tipo di intervento dell’operatore sarà diverso a seconda della problematica da trattare La Tecarterapia è un trattamento sicuro, non invasivo e adatto a tutti in quanto non presenta particolari controindicazioni. È controindicata in caso di: soggetti portatori di pacemaker e di dispenser elettronici di farmaci donne in gravidanza individui insensibili alla temperatura soggetti affetti da neoplasie maligne soggetti affetti da arteriopatie scompensate Gli effetti collaterali sono un’eventualità rara. La scelta del centro medico e del fisioterapista è fondamentale per evitarli. Tra questi ci sono: ustioni: bisogna essere in grado di gestire perfettamente l’energia che si sviluppa; gonfiore nelle ore che seguono il trattamento per il drenaggio linfatico; • • aumento del dolore della zona trattata, soprattutto quando si trattano articolazioni ampie e complesse, come la spalla.

alimentazione e stress
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Alimentazione e Stress: ecco come gestirli

Alimentazione e stress: ecco come gestirli L’alimentazione fornisce al nostro corpo l’energia e i “mattoni” indispensabili alla vita e non solo. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che esiste un collegamento stretto tra il cervello e la pancia, assicurato sia dalla connessione sistema nervoso autonomo-sistema nervoso enterico (nervo vago, pelvico e splancnico), sia dalla contemporanea presenza, nel cervello e nel tratto gastrointestinale, dello stesso gruppo di ormoni (somatostatina, neurotensina, oppiodi ecc.). Infatti alcuni alimenti favoriscono il benessere del cervello rendendo migliore la sua capacità di gestire situazioni di stress. Per influenzare positivamente le nostre reazioni emotive agli stimoli ambientali bisogna prestare attenzione a ciò che si mangia. Alimentazione e performance È risaputo che mangiare la cioccolata quando si è giù di morale aiuta sentirsi meglio. Viceversa quando si è agitati, preoccupati o nervosi frequentemente non si riesce ad assaggiare nulla. È evidente che esista un forte nesso tra stress e alimentazione. Cosa fare affinché la nutrizione diventi un utile strumento per migliorare nella gestione dello stress che spesso accompagna, nella vita privata e sul lavoro? Affidarsi a uno specialista del settore. Il cervello consuma energia Il cervello è un organo continuamente in funzione, anche durante il sonno. Nonostante pesi solo il 2% del nostro corpo, riceve circa il 20% del volume del sangue, consuma il 20% dell’ossigeno e il 20% di energia. Per funzionare bene, ha bisogno di un sistema cardiocircolatorio molto efficiente, di una flora intestinale sana e di un corretto riposo. Ecco perché è fondamentale un’alimentazione bilanciata. Cosa mangiare per il buon umore? Un programma di gestione dello stress prevede una corretta educazione alimentare. Generalmente, per combattere lo stress, è consigliata una dieta il più possibile sana e varia con una prevalenza di alimenti vegetali, come frutta e verdura di stagione a foglia verde scuro o giallo arancio, meglio se crudi, ricchi di vitamine, sali minerali e antiossidanti cereali integrali e legumi, ricchi di fibre e a basso carico glicemico alimenti fermentati (crauti, kefir, yogurt) olio evo semi frutta a guscio pesci piccoli (sarde, alici, sgombro) ricchi di Omega 3 Chi non è abituato a mangiare i legumi può iniziare anche solo con un cucchiaio di passato al giorno per educare la flora intestinale. Una flora intestinale in equilibrio comunica infatti meglio con il nervo cefalico vago, che modula l’umore e la disponibilità di neurotrasmettitori del benessere. Il cioccolato, è un alimento “del buon umore” ma solo a breve termine, perché non va ad agire sui precursori dei neurotrasmettitori di benessere. Inoltre i pasti devono essere leggeri e poco laboriosi e consumati in un clima il più rilassato e confortevole possibile. Il metodo Hara Hachi Bu È preferibile non mangiare troppo e seguire il detto giapponese Hara Hachi Bu, ovvero alzarsi da tavola senza essersi completamente saziati. Eccessive scorie all’interno dell’intestino, vengono fermentate, creando batteri cattivi. Il cervello consuma molta energia, soprattutto sotto forma di glucosio, per cui è bene evitare i picchi glicemici: meglio non saltare i pasti e fare spuntini durante la giornata. È pure utile fare ogni tanto un digiuno intermittente, non mangiare per almeno 12 ore, magari approfittando delle ore notturne. Questo permette al cervello di fare “autopulizia” e aumentare le sue performances. Il riposo notturno è importantissimo per il benessere del cervello: serve per fare pulizia delle sostanze di scarto aumentando la comunicazione tra le cellule. Un cervello riposato influisce positivamente sul metabolismo e sul sistema immunitario, pertanto è bene mangiare un paio d’ore prima di andare a letto. Alimentazione e stress: da vizio a virtù Lo stress è un fenomeno psicologico/emozionale o fisiologico e coinvolge la percezione, la valutazione e la risposta a stimoli o a situazioni nocive. L’organismo mette in atto lo stress per far fronte a stimoli di natura “varia”, È un fenomeno che modifica mente e corpo per adeguarli a una nuova condizione e riportarli in equilibrio. Diventa un problema quando non si esaurisce, non riesce ad abbassarsi e prosegue, esaurendo le risorse dell’organismo e condizionando il benessere psicofisico. In un batter d’occhio può subentrare l’emotional eating o fame emotiva: una modalità disfunzionale per eliminare o alleviare le emozioni negative, come stress, rabbia, paura, noia, tristezza e solitudine attraverso il cibo. Fame emotiva: come agire? Quando l’organismo usa questa modalità, si instaura un circolo vizioso da cui è difficile uscirne. Lo stress suscita un bisogno di conforto, che viene soddisfatto mangiando, viene raggiunta una momentanea sensazione di benessere, ma subito subentra il senso di colpa e il bisogno di sentirsi meglio. La fame emotiva si riconosce imparando ad ascoltare il proprio corpo. E’ un bisogno immediato, urgente, che si palesa all’improvviso e deve essere subito soddisfatto con un comfort food. Non fornisce una sensazione di sazietà e inoltre fa venire sensi di colpa. Una volta riconosciuta, è necessario comprendere quali sono le emozioni che hanno spinto in questa condizione, e individuare strategie alternative per gestire lo stress che le causa. L’attività fisica, le tecniche di rilassamento, il supporto sociale di amici o di un professionista, e, di nuovo, un’alimentazione corretta sono utili . Un’adeguata nutrizione perciò può definirsi “antistress” migliorando il benessere psicofisico.

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Fisioterapista: quando serve?

Fisioterapista: quando serve? La fisioterapia è una branca della medicina che si occupa di prevenire o curare problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico, neurologico o viscerale. Il fisioterapista è un professionista sanitario in possesso della laurea triennale abilitante alla professione: si occupa di prevenzione, valutazione, trattamento e riabilitazione o rieducazione di tutte le patologie muscolo-scheletriche, respiratorie, ortopediche, sportive, cardiologiche, neurologiche e pediatriche. Collaborando a stretto contatto con gli altri professionisti sanitari e con il personale medico (medico di medicina generale e medico specialista), svolge il ruolo di rieducatore e riabilitatore di tutte le patologie muscoloscheletriche e delle conseguenze di altri eventi patologici riconducibili a patologie di interesse medico. Svolge il suo lavoro con pazienza ed empatia, per aiutare i pazienti nel loro processo riabilitativo. Ha capacità di ascolto e abilità di osservazione e comunicazione, in quanto deve fornire informazioni complesse in modo diretto, deve essere in grado di identificare problemi ed essere capace di gestire più casi. Deve essere abile nel lavoro di squadra, per coordinarsi con medici, infermieri, operatori sanitari e assistenti sociali. Il fisioterapista pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità. Queste possono essere motorie, psicomotorie e cognitive. Il fisioterapista utilizza terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali. Egli propone l’adozione di protesi ed ausili, ne addestra all’uso e ne verifica l’efficacia. Verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. Il fisioterapista infine svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali. A cosa serve il fisioterapista Lo scopo principale del fisioterapista è sia prevenire sia curare le difficoltà motorie, presentatesi in seguito ad un trauma oppure dovuti ad altre cause: fisiologiche e posturali. Il lavoro di prevenzione consiste nell’identificare delle abitudini scorrette, spesso posturali, che in futuro potrebbero diventare patologiche. Mentre se si tratta di atleti consiste nell’allenamento della propriocezione e nel rinforzo muscolare mirato per prevenire gli infortuni. Sono poche le persone che si rivolgono al fisioterapista in un’ottica di prevenzione. Sono invece numerose, quelle che si rivolgono a lui (o lei) dopo l’insorgere di un dolore acuto oppure prolungato nel tempo e quindi dopo il manifestarsi della patologia. Perciò si parla di cura. Il 91% degli italiani, soffre “di dolore muscolo-scheletrico, un’ alta percentuale di questo dolore è riconducibile al mal di schiena, che rappresenta la terza causa di assenza dal lavoro in Italia. Al fine di curare la patologia il fisioterapista può praticare diverse terapie (manuali o strumentali) o lavorare in sala riabilitativa, per ridurre il dolore e far recuperare al paziente la capacità motoria. Il fisioterapista individua la terapia o le terapie più idonee in base alla causa della limitazione e segue il paziente durante tutto il percorso di recupero. Che cosa cura il fisioterapista Le sfere d’azione di un fisioterapista sono moltissime. Una prima distinzione va attuata tra patologie ortopediche dell’apparato muscolo scheletrico e patologie di origine neurologica. All’interno del primo ambito ci sono i traumi e gli infortuni, le patologie croniche e quelle degenerative, i difetti di postura. Tutte queste patologie hanno in comune il manifestarsi del dolore con una conseguente limitazione nell’eseguire le attività quotidiane. Cosa cura il fisioterapista e quando è il caso di rivolgersi a lui: Mal di schiena o lombalgia Sciatalgia o lombosciatalgia Cervicalgia Cervicobrachialgia Ernia del disco Colpo di frusta Lombalgia acuta o “colpo della strega” Fratture ossee Contusioni, distorsioni o lussazioni Infiammazioni articolari Riabilitazione post-intervento Riabilitazione dopo impianto di protesi Difetti di postura Scoliosi, dorso curvo, iperlordosi Traumi muscolari: strappi muscolari, lesioni o contratture Lesioni parziali o totali dei tendini Lesioni dei legamenti Sindrome del tunnel carpale Artrosi Artriti Tendiniti Epicondiliti Rinforzo muscolare Il fisioterapista specializzato in riabilitazione neurologica invece segue i pazienti che hanno problemi di mobilità legati al sistema nervoso: pazienti che hanno avuto un ictus o un aneurisma cerebrale, oppure pazienti con patologie neurodegenerative (Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Sla, distrofie muscolari). Qual è la differenza tra fisiatra e fisioterapista? Il fisiatra è un medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, quindi può visitare il paziente ed eseguire una diagnosi. Può prescrivere farmaci o consigliare la fisioterapia, con un’indicazione più o meno precisa del tipo e del numero di terapie da svolgere. Il fisiatra però non esegue le terapie, quello è compito del fisioterapista. Il fisioterapista può: fare una valutazione dello stato fisico del paziente e, quando la sua competenza è elevata, può stabilire insieme al paziente il percorso da seguire eseguire le terapie manuali, terapie strumentali o esercizi in sala riabilitativa Non essendo un medico non può rilasciare un referto con una diagnosi né prescrivere farmaci. Le terapie che esegue il fisioterapista La terapia fisioterapica più conosciuta è la terapia manuale. Esistono moltissime tecniche e scuole di terapia manuale. Il fisioterapista esegue la terapia solo con le sue mani. Lo scopo del trattamento manuale è ridurre il dolore e aumentare la mobilità. La tecnica usata cambia ovviamente in funzione della patologia. Le terapie strumentali, dette anche fisiche, sfruttano un certo tipo di energia per curare il paziente, vengono fatte dal fisioterapista con l’aiuto di un macchinario. la Tecarterapia sfrutta le onde radio a Laserterapia il laser (una luce terapeutica) le Onde d’Urto lo dice il nome stesso la Bemerterapia il campo magnetico l’Ipertermia Delta sfrutta il calore veicolato in profondità. Tutte queste terapie fisiche aiutano a ridurre il dolore e l’infiammazione e a velocizzare la guarigione dei tessuti. Indicativamente ogni terapia viene suggerita a seconda della patologia e della fase (acuta o sub-acuta). Ovviamente più le macchine delle terapie fisiche sono sofisticate e all’avanguardia più la terapia sarà efficace e ci vorranno poche sedute.

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Cambio di stagione e stanchezza: meglio un checkup

Cambio di stagione e stanchezza: meglio un checkup Il cambio di stagione è un periodo dell’anno da non da sottovalutare poiché si modifica la nostra routine. Mutano temperature e durata delle ore di sole, cui si va ad aggiungere il cambio dell’ora e non è facile per l’organismo adattarsi da un giorno all’altro al cambio. Alcuni individui durante i cambi di stagione manifestano spossatezza, stanchezza, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, cambi di umore e difficoltà a dormire. A volte l’appetito si modifica e si possono presentare anche lievi disturbi digestivi. Per affrontare al meglio il cambio di stagione occorre prendersi cura di sé su più fronti. È opportuno seguire una dieta sana ed equilibrata idratarsi in modo adeguato svolgere in modo costante esercizio fisico ma soprattutto è particolarmente importante focalizzarsi sulla propria condizione generale, effettuando i check-up necessari. Check-up per gli uomini Se non sussistono fattori di rischio specifici, monitorare lo stato di salute generale è fondamentale per prevenire eventuali problematiche che possono presentarsi nel corso degli anni. Gli esami a cui sottoporsi si differenziano in funzione dell’età dell’individuo, in quanto ogni periodo presenta delle particolarità specifiche a cui prestare attenzione. Prima dei 40 anni l’uomo dovrebbe: monitorare la pressione arteriosa: se alta più di 140 mmHg per la massima o sistolica e più di 85 mmHg per la minima o diastolica) lo specialista raccomanderà un ECG a riposo o sotto sforzo, o l’ecocardiocolordoppler. effettuare l’autopalpazione dei testicoli una volta ogni tre o quattro mesi: per scoprire e diagnosticare precocemente un eventuale tumore ai testicoli (seminoma) eseguire un controllo dermatologico dei nei In caso di fattori di rischio evidenti per lo sviluppo di patologie cardiovascolari (predisposizione genetica, sovrappeso, tabagismo, abuso di alcol o altre sostanze nocive, sedentarietà, familiari colpiti da eventi cardiovascolari prima dei 65 anni) è importante monitorare la salute del sistema cardiovascolare con un ECG sotto sforzo, a riposo o ecocardiocolordoppler. Un evento cardiovascolare prima dei 40 anni è raro, ma non impossibile. Tra i 40 e i 50 anni, in aggiunta ai check-up precedenti l’uomo dovrebbe: effettuare per il sistema cardiovascolare il doppler dei tronchi sovra-aortici e l’ecocolordoppler delle carotidi (Doppler TSA), per valutare lo stato di salute delle arterie eseguire una colonscopia o la ricerca del sangue occulto nelle feci in caso di familiarità con il tumore del colon-retto, anche se questa patologia aumenta la sua incidenza tra i 50 e i 60 anni autoanalizzare i nei ed eventuali macchie cutanee, consultare il prima possibile il dermatologo in caso di modifiche nell’aspetto o comparsa di nuovi nei controllare la prostata, con l’ecografia dell’apparato urinario e dosaggio del PSA ogni due anni testare la glicemia: dai 50 anni in poi controllo periodico del livello di zuccheri (glucosio) nel sangue ed è un indicatore importante per la diagnosi di diabete e per il controllo della malattia In caso di familiarità con il tumore del colon-retto eseguire una colonscopia o la ricerca del sangue occulto nelle feci , anche se questa patologia aumenta la sua incidenza tra i 50 e i 60 anni. Tra i 50 e i 60 anni Continuare ad effettuare tutti i check-up precedenti e inoltre eseguire ricerca del sangue occulto nelle feci/ colonscopia: è questa la fascia d’età in cui tumore del colon-retto aumenta la sua incidenza. La ricerca dell’eventuale tumore si attua tramite programmi regionali di screening, eseguiti con la ricerca del sangue occulto (da effettuare ogni due anni) o, in alternativa, con la colonscopia (da eseguire a intervalli variabili a seconda dell’eventuale presenza di polipi intestinali) Dopo i 60 anni Continuare le indicazioni di controllo raccomandate per la fasce di età precedenti. Siccome aumentano i rischi di tumore e di malattie cardiovascolari, effettuare gli esami prima elencati con maggior frequenza. Privilegiare lo screening per il tumore del colon-retto e della prostata. Dopo i 75 anni È opportuno un inquadramento del geriatra: piccoli disturbi legati all’età e alle patologie dell’invecchiamento possono essere ben controllate con le indicazioni dello specialista. Check-up per le donne Se non sussistono fattori di rischio specifici anche la donna dovrebbe effettuare alcuni esami, a seconda dell’età, per evitare l’insorgenza di patologie – che potrebbero rivelarsi anche serie – e per mantenersi sempre sotto controllo. Prima dei 12 anni eseguire la vaccinazione per HPV A 25 anni aderire agli screening per il tumore della cervice uterina: effettuare il pap-test (ogni 3 anni) o HPV-test (ogni 5 anni) A 30 anni effettuare un’ecografia mammaria annualmente A 40 anni circa misurare la pressione arteriosa, se alta va regolarmente tenuta sotto controllo In assenza di sintomi o predisposizione verso alcune patologie non è essenziale eseguire particolari esami ematologici, attenzione però all’insorgenza dell’anemia da carenza di ferro molto frequente nella donna in età fertile. Tra i 40 e i 50 anni mantenere costanti i controlli della pressione e incrementare gli eventuali controlli specifici cardiologici, come ad esempio l’ECG sotto sforzo e il doppler dei tronchi sovra-aortici. abbinare un’ecografia pelvica ai test per la prevenzione del tumore della cervice uterina, per controllare lo stato generale di ovaie e utero. iniziare a fare l’autoesame dei nei e di eventuali macchie cutanee: qualora si riscontrino modifiche dell’aspetto consultare il dermatologo. E’indicata una mammografia annuale, da eseguire indubbiamente dopo i 45, anche se la maggior parte dei programmi di screening inizia a 50 anni. Tra i 50 e i 60 anni. Continuare ad effettuare tutti i check-up precedenti e inoltre eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci/ colonscopia: dopo i cinquant’anni, l’incidenza del tumore del colon-retto aumenta significativamente. La ricerca dell’eventuale tumore si attua tramite programmi regionali di screening, eseguiti con la ricerca del sangue occulto (da effettuare ogni due anni) o, in alternativa, con la colonscopia (da eseguire a intervalli variabili a seconda dell’eventuale presenza di polipi intestinali) effettuare visita ginecologica annuale Intorno ai 50-55 anni solitamente sopraggiunge la menopausa. È importante pertanto tenere sotto controllo la salute delle proprie ossa attraverso una MOC (Mineralografia Ossea Computerizzata), proposta dal medico di famiglia o dallo specialista. Se non ci sono variazioni rilevanti, ripeterla ogni tre anni. Dopo i 60 anni Con l’avanzare dell’età,

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