Occhi rossi: possibili cause

Gli occhi rossi, o iperemia congiuntivale è un disturbo molto frequente, determinato da una dilatazione dei vasi sanguigni, a causa di irritazioni o infezioni. Spesso è il segno di un’infiammazione oculare. Le cause, sia negli adulti sia nei bambini, sono svariate, prevalentemente non gravi e, anzi episodiche, di origine virale, batterica, allergica, traumatica, ecc. L’arrossamento dell’occhio può essere di tipo transitorio: dura un paio di giorni e generalmente non ha conseguenze rilevanti; oppure persistente o ricorrente, indice di una malattia vera e propria. In quest’ultimo caso è opportuno consultare un oculista. Inoltre, il rossore può interessare tutto l’occhio, oppure si può avere un arrossamento all’angolo esterno dell’occhio o a quello interno.

Occhi rossi: prevenzione e visita dall’oculista

L’igiene perioculare è di fondamentale importanza per la salute degli occhi, aiuta a evitare le irritazioni più comuni. È bene non toccare spesso i propri occhi. Per applicare le lenti a contatto è utile una adeguata formazione sull’igiene delle stesse, delle correte modalità di applicazione e dei giusto tempo di applicazione. E’ opportuno lavarsi spesso le mani, per evitare la trasmissione di batteri e sostanze irritanti. In presenza di un iniziale arrossamento, effettuare una detersione della zona perioculare con apposite salviette disinfettanti sterili, facilmente reperibili in farmacia. In caso di occhi arrossati è opportuno rivolgersi quanto prima ad un medico o recarsi presso un Pronto Soccorso (a seconda dell’entità della sintomatologia), quando il problema dura da più di un paio di giorni o se è associato a problemi di vista, dolore agli occhi, un forte mal di testa, nausea, un aumento della sensibilità alla luce o secrezioni di muco verdognolo o giallastro, per poter giungere ad una diagnosi precisa e iniziare tempestivamente un trattamento efficace. E’ bene anche chiedere un parere medico nel caso in cui si assumano farmaci anticoagulanti. È consigliato rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso se si sospetta la presenza di un corpo estraneo nell’occhio. Per la diagnosi sono fondamentali anamnesi ed esame obiettivo, in casi particolari è necessario eseguire alcuni esami strumentali. Il trattamento varia da caso a caso ed è mirato alla rimozione della causa sottostante.

Patologie che determinano l’arrossamento degli occhi e quali i tessuti che formano l’anatomia dell’occhio possono irritarsi o infiammarsi?

Sclerite o episclerite

Le scleriti sono infiammazioni che interessano la sclera, la membrana esterna e biancastra degli occhi. In caso di sclerite l’occhio appare particolarmente rosso ed è dolente al tatto. Il medico può prescrivere semplicemente una terapia sistemica o combinarla con un trattamento topico. In caso di episclerite, invece, l’infiammazione riguarda solo la superficie esterna dell’occhio e dipende spesso da patologie sistemiche, come la gotta o le collagenopatie. Per questo motivo, per i soggetti che presentano fattori di rischio, si tende a prediligere un percorso di prevenzione e a trattare principalmente la malattia alla base del disturbo. Quando la sclerite è lieve per risolvere l’arrossamento è sufficiente adoperare sostituti lacrimali con acido ialuronico e aminoacidi. Le condizioni più aggressive, invece, richiedono terapie topiche a base di corticosteroidi con basso assorbimento sistemico. E’ necessario seguire attentamente le prescrizioni mediche, perché i corticosteroidi possono ostacolare il trattamento della patologia sistemica di base.

Congiuntivite: allergica, da contatto o batterica

La congiuntivite è l’infiammazione che coinvolge la congiuntiva, il tessuto che ricopre l’interno delle palpebre e la parte anteriore del bulbo oculare. E’ una mucosa densamente irrorata da vasi sanguigni, che possono dilatarsi a causa di una reazione allergica, per il contatto con agenti irritanti esterni o causa della trasmissione di batteri o virus. La congiuntivite presenta anche sintomi oculari: prurito, spesso associato alle allergie, bruciore, in caso di secchezza, oppure secrezioni prevalentemente catarrali, quando l’origine della congiuntivite è batterica, oppure secrezioni sierose se l’origine è virale. Pertanto è opportuno prenotare un consulto medico: lo specialista diagnosticherà la causa della congiuntivite attraverso l’anamnesi dei sintomi e l’analisi al microscopio e imposterà la terapia adeguata. Di solito per risolvere la congiuntivite si utilizzano colliri antistaminici, sostituti lacrimali e, in caso di congiuntivite batterica, antibiotici. Un’altra patologia che può interessare la congiuntiva è l’emorragia sottocongiuntivale, causata dalla rottura di uno dei vasi sanguigni che la irrorano. Si tratta di un disturbo che tende a risolversi autonomamente in un paio di settimane ma, se si verifica in maniera ricorrente, il medico potrebbe ritenere necessario richiedere test ematochimici e una visita di controllo cardiologica o internistica.

Pterigio e pinguecula: due disturbi della congiuntiva

Il pterigio è una membrana fibrosa che si forma sulla congiuntiva e sulla cornea, a partire dall’interno dell’occhio, provoca un arrossamento oculare. La pinguecula, invece, è un ispessimento della congiuntiva del bulbo oculare. Entrambe le problematiche si trattano con colliri antinfiammatori o cortisonici, prescritti esclusivamente dallo specialista oculista, mentre nei casi più severi può essere necessario ricorrere alla chirurgia per rimuovere la membrana. In ogni caso è consigliato utilizzare occhiali da sole per proteggere l’occhio e lacrime artificiali per diminuire l’attrito provocato dallo scorrere della palpebra sulla superficie congiuntivale.

Blefarite

La blefarite è un’infiammazione, piuttosto comune del bordo palpebrale (in greco blépharon), acuta o cronica, localizzata nella zona di impianto delle ciglia. Si può manifestare a qualsiasi età, più volte, interessando un solo occhio o entrambi. Anche se fastidiosa, la blefarite in genere non causa danni permanenti alla vista e non è contagiosa. Esistono tre tipi principali di blefarite. I sintomi comuni a tutte le forme di blefarite comprendono prurito e bruciore del margine libero palpebrale, irritazione congiuntivale con lacrimazione, fotofobia e sensazione di corpo estraneo. La diagnosi è data dall’anamnesi e dall’esame obiettivo con la lampada a fessura. La cura (terapia) per la blefarite, di solito, porta alla guarigione (risoluzione).

Ectropion ed entropion: due disturbi delle palpebre

Ectropion ed entropion sono due disturbi che interessano le palpebre: nel primo caso il margine palpebrale si rovescia verso l’esterno, nel secondo verso l’interno, provocando l’arrossamento dell’occhio. La terapia prevede l’impiego di colliri cortisonici, antinfiammatori o lubrificanti, per alleviare la sintomatologia dolorosa. Qualora l’infiammazione si ripropone in maniera ricorrente diventa opportuno intervenire chirurgicamente per risolvere il problema.

Cheratite: un’infiammazione della cornea

La cheratite è un processo di tipo infiammatorio che riguarda la cornea (la membrana trasparente, convessa anteriormente, che ricopre la porzione anteriore del bulbo oculare e costituisce la lente più potente dell’apparato visivo). Può presentarsi sia nei bambini sia negli adulti e si differenzia in diverse tipologie a seconda della causa che l’ha provocata. La cheratite può essere causata da vari fattori:
  • infettivi (batteri, virus, protozoi, funghi);
  • agenti fisici (ad esempio i raggi ultravioletti);
  • malattie sistemiche (artrite reumatoide)
  • uso scorretto lenti a contatto
  • secchezza oculare
I sintomi più frequenti sono: dolore, occhi che lacrimano, intolleranza alla luce (fotofobia), secrezione mucosa o purulenta, riduzione del visus. La diagnosi di malattia si ottiene mediante una visita oculistica Il trattamento della cheratite dipende dalla causa scatenante e dalla sua risoluzione. È dunque opportuno fare riferimento all’oculista per stabilire una diagnosi e impostare la terapia più corretta, che può comprendere l’utilizzo di colliri e, in determinati casi, un bendaggio oculare da mantenere per qualche giorno.

Uveite anteriore: dolore intenso e intolleranza alla luce

L’uveite è un’infiammazione dell’uvea, una sottile membrana molto vascolarizzata posta tra la cornea e la sclera formata da tre parti che si chiamano iride, corpo ciliare e coroide. L’infiammazione dell’uvea può avere svariate cause, tra cui infezioni virali, malattie reumatiche, e traumi. La sintomatologia comprende l’arrossamento oculare, l’intolleranza alla luce, il dolore e una lacrimazione intensa. Per la diagnosi di uveite sono fondamentali l’anamnesi e l’esame obiettivo, coadiuvati in alcuni casi da specifici esami di laboratorio ed esami strumentali. L’uveite rappresenta una patologia piuttosto seria che richiede un immediato intervento medico: si possono infatti sviluppare gravi complicanze in grado di danneggiare le strutture oculari fino a causare cecità permanente. Lo specialista prescrive il trattamento più adatto per controllare l’infiammazione oculare: colliri antibiotici, cortisonici o midriatici cicloplegici, la cui azione, anche combinata, è utile per attenuare la sintomatologia dolorosa. In ogni caso è sempre necessaria una diagnosi precisa e non bisogna accontentarsi di rimedi fai da te o ricorrere all’autodiagnosi, che può essere fuorviante. È fondamentale affidarsi a uno specialista.
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